Shekhinah

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"La Shekhinah entra nel Tabernacolo". Nell'ebraismo tradizionale, contrariamente a quanto accade nella cultura cristiana, la divinità non viene impersonificata in immagini visive[1]

La parola Shekhinah (leggi: sce-chi-nà – in ebraico שְׁכִינָה?; in arabo السكينة?) è una traslitterazione del sostantivo ebraico femminile singolare שכינה , reso talvolta dagli omofoni Shechinah, Shekina, Shechina, Schechinah. La sua etimologia è connessa al verbo שכן (sciakhàn), dimorare, e può essere resa letteralmente come "dimora", "abitazione".[2]

All'interno della tradizione biblica e teologica ebraica indica la presenza fisica di Dio (il Signore, appellativo con cui ci si riferisce alla divinità, altrimenti impronunciabile).[3]

Di Shekhinah si parla, in particolare, relativamente a:

  1. ^ Illustrazione da The Bible and Its Story Taught by One Thousand Picture Lessons, Charles F. Horne & Julius A. Bewer (curatori), 1908.
  2. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore JEncy
  3. ^ (EN) Norbert Samuelson, Jewish Philosophy: An Historical Introduction, A&C Black, 2006, ISBN 978-0-8264-9244-9.

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